Parola di Vita - Aprile 2012
«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato»
(Gv 15,3)
(Gv 15,3)
Penso che il cuore dei discepoli, sentendo
questa decisa parola di incoraggiamento di Gesù, abbia sussultato.
Come sarebbe meraviglioso se Gesù la
potesse indirizzare anche a noi!
Per esserne un po' degni, vediamo di
comprenderla.
Gesù ha appena fatto il famoso paragone
della vite e dei tralci. Egli è la vera vite, il Padre il vignaiolo, che recide
i tralci infruttiferi e pota ogni tralcio che porta frutto, perché ne porti di
più.
Spiegato questo, egli afferma:
«Voi siete già mondi, per la
parola che vi ho annunziato».
«Siete già mondi...». Di che purezza
si tratta?
Di quella disposizione d'animo necessaria
per star dinanzi a Dio, di quell'assenza di ostacoli (come il peccato, ad esempio)
che si oppongono al contatto col sacro, all'incontro col divino.
Per avere questa purezza, è necessario un
aiuto dall'Alto.
Già nell'Antico Testamento, l'uomo aveva
preso coscienza della sua incapacità di avvicinarsi a Dio con le sue sole
forze. Occorreva che Dio gli purificasse il cuore; gli desse un cuore nuovo.
Un bellissimo Salmo dice: «... crea in me,
o Dio, un cuore puro»
«Voi siete già mondi, per la
parola che vi ho annunziato».
Secondo Gesù vi è un mezzo per
essere puri, ed è la sua Parola. Quella Parola che i discepoli hanno udito, cui
hanno aderito, li ha purificati.
La Parola di Gesù, infatti, non è come le
parole umane. In essa è presente Cristo come, in altro modo, è presente
nell'Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi. Accettandola, praticandola si fa
in modo che Cristo nasca e cresca nel nostro cuore.
Paolo VI diceva: «Come si fa presente Gesù
nelle anime? Attraverso la comunicazione della Parola passa il pensiero divino,
passa il Verbo, il Figlio di Dio fatto uomo. Si potrebbe asserire che il
Signore s'incarna dentro di noi quando noi accettiamo che la Parola venga a
vivere dentro di noi».
«Voi siete già mondi, per la
parola che vi ho annunziato».
La Parola di Gesù viene paragonata
anche ad un seme gettato nell'intimo del credente. Accolta, penetra nell'uomo
e, come un seme, si sviluppa, cresce, porta frutto, “cristifica”, rendendoci
conformi a Cristo.
Essa, così interiorizzata dallo Spirito,
ha realmente la capacità e la forza di tenere il cristiano lontano dal male:
finché lascia agire in sé la Parola, egli sarà libero dal peccato, quindi puro.
Peccherà soltanto se smetterà di obbedire alla verità.
«Voi siete già mondi, per la
parola che vi ho annunziato».
Come vivere, allora, onde meritare
anche noi l'elogio di Gesù?
Mettendo in pratica ogni Parola di Dio,
nutrendocene attimo per attimo, facendo della nostra esistenza un'opera di
continua rievangelizzazione. Questo per arrivare ad avere gli stessi pensieri e
sentimenti di Gesù, per riviverlo nel mondo, per mostrare ad una società, spesso
invischiata nel male e nel peccato, la divina purezza, la trasparenza che dona
il Vangelo.
Durante questo mese, poi, se è possibile
(e cioè se anche altri condividono le nostre intenzioni), vediamo di mettere in
pratica in modo particolare quella Parola che esprime il comandamento
dell'amore reciproco. Per l'evangelista Giovanni, che riporta la frase di Gesù
da noi oggi considerata, infatti c'è un legame tra la Parola di Cristo e il
comandamento nuovo.
Secondo lui, è nell'amore reciproco che si
vive la Parola con i suoi effetti di purificazione, di santità, di
impeccabilità, di frutto, di vicinanza con Dio. L'individuo isolato è incapace
di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell'amore
vicendevole trova l'ambiente sano, capace di proteggere la sua esistenza
cristiana autentica.
Chiara Lubich