Parola di vita maggio 2007

"Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35).

Come vivere questa Parola di vita?

Tenendo vivo tra noi l’amore reciproco e formando ovunque "cellule vive".
"Se in una città – ha scritto Chiara Lubich –, nei punti più disparati, s’accendesse il fuoco che Gesù ha portato sulla terra e questo fuoco resistesse per la buona volontà degli abitanti al gelo del mondo, avremmo fra non molto accesa la città d’amor di Dio. Il fuoco che Gesù ha portato sulla terra è Lui stesso, è carità: quell’amore che non solo lega l’anima a Dio, ma le anime fra loro. (…)
"Due o più anime fuse nel nome di Cristo, che non solo non hanno timore o vergogna di dichiararsi reciprocamente ed esplicitamente il loro desiderio d’amor di Dio, ma che fanno dell’unità fra loro in Cristo il loro Ideale, sono una potenza divina nel mondo.
"E in ogni città queste anime possono sorgere nelle famiglie: babbo e mamma, figlio e padre, nuora e suocera; possono trovarsi nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle società umane, nelle scuole, negli uffici, dovunque.
"Non è necessario che siano già sante, perché Gesù l’avrebbe detto; basta che siano unite nel nome di Cristo e non vengano mai meno a questa unità. Naturalmente sono destinate a restare per poco tempo due o tre, perché la carità è diffusiva per se stessa ed aumenta con proporzioni immani.
"Ogni piccola cellula, accesa da Dio in qualsiasi punto della terra, dilagherà poi necessariamente e la Provvidenza distribuirà queste fiamme, queste anime-fiamma, dove crederà, affinché il mondo sia in più luoghi ristorato al calore dell’amor di Dio e risperi".
A cura di Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara

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