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Visualizzazione dei post da marzo, 2008

Parola di vita di Aprile 2008

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"Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza" (Is 32, 17) "Infine in noi sarà effuso uno spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà conside­rato una selva". Così inizia il testo da cui è tratta la Parola di vita di questo mese. Il profeta Isaia, nella seconda metà dell'VIII secolo avanti Cristo, annuncia un futuro di speranza per l'umanità, quasi una nuova creazione, un nuovo "giardino", abitato da diritto e giustizia, capaci di generare pace e sicurezza. Questa nuova èra di pace (shalom) sarà opera dello Spirito divino, forza di vita capace di rinnovare la creazio­ne, e insieme sarà frutto del rispetto del patto tra Dio e il suo popolo e tra i componenti del popolo stesso, essen­do inseparabili comunione con Dio e comunità degli uomini. "Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza" Le parole di Isaia richiamano la necessità di un

il testamento di Chiara Lubich

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Il mio testamento Se oggi dovessi lasciare questa Terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto -:«Siate una famiglia». Vi sono fra voi coloro che soffrono per prove spirituali o morali? Comprendeteli come e più di una madre, illuminateli con la parola o con l’esempio. Non lasciate mancar loro, anzi accrescete attorno ad essi, il calore della famiglia. Vi sono tra voi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. Patite con loro. Cercate di comprendere fino in fondo i loro dolori. Fateli partecipi dei frutti della vostra vita apostolica affinché sappiano che essi più che altri vi hanno contribuito.Vi sono coloro che muoiono? Immaginate di essere voi al loro posto e fate quanto desiderereste fosse fatto a voi fino all’ultimo istante. C’è qualcuno che gode per una conquista o per un qualsiasi motivo? Godete con lui, perché la sua consolazione non sia contristata e l’animo non si chiuda, ma

Parola di vita di Marzo 2008

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"Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4, 34). Ecco una meravigliosa parola di Gesù che ogni cristiano può, in certo modo, ripetere per se stesso e che, se praticata, è in grado di condurlo assai lontano nel Santo Viaggio della vita. Gesù, seduto presso il pozzo di Giacobbe, in Samaria, sta concludendo il suo colloquio con la Samaritana. I discepoli, tornati dalla vicina città, dove sono andati a fare provviste, si meravigliano che il Maestro stia parlando con una donna, ma nessuno gli chiede perché lo faccia e, partita la Samaritana, lo sollecitano a mangiare. Gesù intuisce i loro pensieri e spiega loro ciò che lo muove, rispondendo: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". I discepoli non capiscono: pensano al cibo materiale e si domandano l'un l'altro se qualcuno, durante la loro assenza, ne abbia portato al Maestro. Gesù allora dice apertamente: "Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandat